Pacchetti di sigarette anonimi senza brand: l'esperimento dell'Australia

Cosa pensereste se vi offrissero pacchetti di sigarette anonimi, senza brand o logo? Ormai le strategie intraprese dai vari paesi per demotivare il consumo di sigarette sono molteplici e sempre in aggiornamento. Anche in Italia vediamo le frasi che avvertono dei pericoli del fumo, ma in alcuni paesi si sono spinti ancora oltre.

Nel Regno Unito ad esempio, hanno aggiunto sui pacchetti  le immagini dei risultati devastanti del cancro al polmone, alla gola o in generale riguardo i pericoli del fumo. Questo ha portato sicuramente un risultato sui fumatori che hanno per lo meno tentato di smettere, impressionati da tali immagini. Ma nel 2012, in Australia, hanno tentato un approccio diverso, basato su strategie di “mercato” anziché di sensibilizzazione. L’idea è quella di “sbrandizzare” i pacchetti di sigarette, basandosi sul principio che il marchio offre al fumatore una specie di “identità”, che venendo a mancare, porterebbe un calo di interesse per il fumo.

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Molti paesi, in particolare la Gran Bretagna, hanno osservato molto da vicino l’esempio australiano, che a due anni di distanza ha portato notevoli risultati: una riduzione di circa il 3% delle vendite in primis, e ben l’81% in più dei fumatori cosiddetti “no logo” ha pensato di dire addio al fumo rispetto a chi ha deciso di continuare a fumare tabacco col brand. Tutto ciò è stato confermato dal “British Medical Journal” che in uno studio ha dimostrato che i fumatori davanti ad un pacchetto “anonimo” (marroncino, senza immagini ne loghi, e con le sole frasi che avvertono sui pericoli del fumo), sono propensi a credere che il tabacco sia di qualità peggiore e non lo ritengono soddisfacente. Una recente ricerca pubblicata su “Addiction” inoltre, sottolinea che i pacchetti anonimi mettono in risalto le frasi sui pericoli del fumo , e l 'Università Britannica di Stirling assicura che senza il brand i giovani che iniziano a fumare si sentono meno “cool” quindi molti giovani non inizierebbero proprio a fumare venendo meno una delle principali motivazioni psicologiche.

E in Italia?

Perfino l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha appoggiato e promosso con grande favore l’iniziativa australiana dei pacchetti di sigarette anonimi, che festeggia la vittoria sulle grandi lobby del tabacco. E in Italia? La Commissione Sanità del Senato ha già bocciato la proposta perché “la mancanza di un marchio permetterebbe la nascita di un contrabbando e una falsificazione incontrollata, con conseguente ricadute sulla filiera del tabacco, sulle casse dello stato e sulla salute pubblica”, contestando la mancanza di prove scientifiche sull'efficacia del provvedimento, invocando le leggi sui marchi, la violazione della proprietà intellettuale, ecc.